Un marchio per il carciofo italiano
Siracusa, 28 aprile 2016 – Un marchio nazionale di qualità per il carciofo italiano, e un’Indicazione Geografica Protetta per il carciofo siciliano: sono queste le conclusioni cui sono giunti gli esponenti dei principali poli produttivi d’Italia nel corso dell’incontro di ieri “Carciofo italiano, eccellenza mondiale”, svoltosi al centro servizi Medea di Siracusa.
In collegamento Skype da Serramanna (Cagliari) Renzo Picci, in rappresentanza del polo sardo, importante punto di riferimento della cinaricoltura nazionale, che ha dichiarato la sua disponibilità «a mettere insieme più forze del Paese per collaborare con le istituzioni e trovare una soluzione e una strategia condivise per risollevare il comparto.»
Un auspicio espresso anche dall’europarlamentare siciliana Michela Giuffrida (Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale) in un video-messaggio in apertura dei lavori, con il quale la deputata UE siciliana ha rimarcato l’importanza del carciofo sull’agroalimentare italiano (pesa, da solo, per circa il 4% del totale), e incoraggiato anche i produttori siciliani a fare rete seguendo il modello dell’olio d’oliva, che ha appena tagliato il traguardo dell’IGP Sicilia.
Con le sue due varietà principali, il violetto nella parte orientale e lo spinoso in quella occidentale dell’isola, la Sicilia si attesta infatti come la regione più prolifica d’Italia in termini di volumi di produzione, mentre il prodotto italiano viene coltivato su una superficie di oltre cinquantamila ettari, un primato mondiale indiscusso che vede in seconda posizione, di molto staccata, la Spagna con “soli” sedicimila ettari.
Per Salvatore Giardina, intervenuto per fare il punto sull’andamento del mercato, che soffre di un eccesso di offerta cronico in alcuni periodi dell’anno, «non è più rimandabile un piano che metta insieme produttori e istituzioni per portare avanti il progetto di un’Indicazione Geografica Protetta per il carciofo siciliano anche in virtù delle forti sensazioni che il brand Sicilia evoca in termini di appeal.»
«Il carciofo offre degli spunti comunicativi molto interessanti anche sotto il profilo salutistico, come l’alta concentrazione di inulina, che ne fa un alimento ideale per chi soffre di diabete, o il rapporto fra sodio e potassio, che rendono il carciofo un alimento particolarmente indicato per i soggetti ipertesi.» ha poi ricordato Giovanni Mauromicale, docente di agronomia generale presso la facoltà di agraria dell’Università di Catania che ha dedicato al carciofo numerosi studi, mettendo a punto anche un disciplinare di produzione per il carciofo Sicilia IGP.
Una grande opportunità di dialogo, quindi, fra i poli siciliani di Niscemi, rappresentati da Luca La Paglia per il Gruppo Ferrera, Ramacca con Giuseppe Cupane, presidente della Cooperativa Violetto ramacchese, e Giacomo Scozzari, in rappresentanza degli areali di Sciara, Cerda e Termini Imerese, produttori del carciofo spinoso palermitano.
All’incontro, ideato da Sebastiano Torneo e organizzato da Gianluca Agati, hanno preso parte numerosi tecnici, agronomi, e istituzioni, come l’assessore alle attività produttive del Comune di Siracusa, Teresa Gasbarro, il presidente dell’ordine degli agronomi di Siracusa Salvatore Di Lorenzo, e il responsabile dell’ispettorato agrario provinciale di Siracusa Michele Giglio, insieme a Giuseppe Taglia, dirigente dell’ufficio servizi agricoltura di Siracusa e moderatore dell’evento, che hanno tutti preso l’impegno di convergere verso l’obiettivo comune di creare le basi per una futura promozione congiunta di questa specialità tutta italiana – e siciliana – per cogliere prima possibile le opportunità di promozione offerte dall’UE, dal Ministero delle Politiche Agricole, dal PSR 2014-2020 e dal piano Export Sud dell’Istituto Commercio Estero.